giovedì 27 settembre 2007

UN GRIDO ATTRAVERSO IL BUIO

Nel mondo d'oggi c'è mancanza di solidarietà e di compassione che caratterizza la nostra società.
In questo mondo che è buio come la notte, perché il sole dell'amore non lo illumina, ogni uomo vive e muore solo, separato dagli altri da un muro di indifferenza così spesso che non può essere penetrato da nessun grido, da nessuna richiesta di aiuto.
Persone che abitano vicine continuano a vivere ignorandosi, gli uni dagli altri, chi sta bene non sente le invocazioni di aiuto di chi sta male; così sulla terra, ci sono persone che muoiono sole, dopo avere inutilmente sperato nell'amore degli altri.
I popoli che muoiono per la fame o la guerra invocano l'aiuto di chi, come noi, vive nella società del benessere, nell'altra sponda del mondo, il loro grido di aiuto non viene ascoltato, non riesce a penetrare il buio dei nostri egoismi.

mercoledì 19 settembre 2007

A PROPOSITO DELLA MORTE

Tutti dobbiamo morire, è giusto accettare la morte, ma è insopportabile l'idea che la morte ci aggredisca come una nemica, che ci colpisca all'improvviso.

Sarebbe bello invece, morire contenti, convinti che un viaggio come quello sia il migliore che possiamo fare. E nell'ultimo istante della vita essere allegri, come quando come quando siamo alla stazione e non vediamo l'ora di partire, tanto che contiamo i minuti, e sembra che non passino mai, che siano lunghi come secoli.

Ma per essere allegri alla fine dei nostri giorni, bisogna essere anche convinti di avere fatto qualche cosa di buono nella nostra vita, essere riusciti a perseguire i nostri scopi, poter dire di avere realizzato il nostro progetto.
Questo non è da tutti riuscirci, perché per i più svariati motivi spesso molti di noi non ci riescono,
e allora questi vengono aggrediti dalla morte e essa riesce ad averne il sopravvento.

giovedì 13 settembre 2007

A VOLTE RITORNANO

L'altro ieri ho preso l'autobus per andare a recuperare la mia automobile dal meccanico, dopo una riparazione. Nel sedile a fianco dove ero seduto, si è messo a sedere un anziano, che dopo averlo visto meglio, l'ho riconosciuto come il padre di due miei vecchi compagni di scuola alle elementari.
Dopo vengono in mente pensieri di diverso tipo: nostalgici, riguardanti ricordi che ormai pensavo sepolti dal tempo passato.
La mia mente va col pensiero indietro nel tempo e negli anni, ripercorro scene di vita vissuta di quando eravamo ragazzi spensierati in un'età felice. Ma questi ricordi di una giovinezza felice, libera da problemi esistenziali, confrontandoli con la vita dei nostri giorni, contrastano molto, come il giorno con la notte.
La vita dei giorni nostri è stressante, e molte persone contribuiscono a renderla ancora più dura da affrontare. Allora pensi che i bei tempi passati non torneranno più; ti stringi forte il capo e cerchi di continuare a lottare per potere vivere.

sabato 8 settembre 2007

RICORDANDO PAVAROTTI UN GRANDE ITALIANO


Quando un uomo arriverà alla fine dei suoi giorni che gli sono concessi di vivere in questo mondo sarà uguale a tutti gli altri uomini, perché la morte è e sarà uguale per tutti, e tutti gli uomini e tutte le donne che nascono dovranno morire, quando arriverà l'ora che è scritta nel destino di ognuno di noi.


A proposito della morte di Pavarotti, avvenuta l'altro ieri, bisogna affermare che è stato un grande italiano, che ha fatto cose grandi con la sua arte canora.


Girando il mondo per i suoi concerti ha fatto anche opera umanitaria, impegnandosi in prima persona peri diritti di chi soffre, come i bambini più poveri.


Anche a Pesaro, dove io abito, ha lasciato amici, conoscenti, e ha fatto beneficenza a favore dei bambini ricoverati allora nell'ospedale del dottore Lucarelli.


Però nella sua vita, almeno il maestro si è tolto tutte le soddisfazioni con il denaro che guadagnava; perché morire, si morirà tutti, ma bisogna considerare come si vive in questo mondo, dove mi sembra che c'è più egoismo che solidarietà fra gli uomini più fortunati e quelli che purtroppo lo sono di meno.


Questo modo di mandare avanti il mondo, speriamo che pian piano si modifiche in senso più umanitario, perché troppa gente ha bisogno dei più elementari beni di sussistenza e spesso vivono ignorati da coloro che possono fare qualcosa per loro.

martedì 4 settembre 2007

GIUSTIZIA SOCIALE


Le persone che hanno perso il lavoro, e avendo un'età non più giovane, non riescono più a ricollocarsi nella società.
I falliti, gli uomini separati dopo anni di matrimonio, reso duro e aspro da contrasti sempre più pesanti.
Infine i cosiddetti zingari, ma anche gli immigrati senza fissa dimora.
Ecco, tutta questa gente spesso vive ai margini della società, dorme dentro delle baracche, sotto i ponti; oppure vicino alle stazioni delle grandi città.
Nelle grandi città ce ne sono sempre di più, perché certi esseri umani devono fare una vita da cani? Dormire sotto le stelle, fra coperte sporche, sopra materassi recuperati nelle discariche?
Che futuro avranno, e se hanno dei figli che possono fare per loro?
A tutte queste domande bisogna dare una risposta, andare incontro anche a queste persone, perché sono esseri umani come noi e come gli altri; dare loro un alloggio sicuro, e magari un lavoro.
C'è molta disparità anche nel nostro paese: persone ricchissime, con case grandissime e a volte anche più di una, con barche e automobili che costano come le case; e di contro ci sono persone poverissime che non possiedono più niente.
Ecco sarebbe più giusto accorciare questa disparità, ed aiutare coloro che ancora si sentono in grado di dare ancora qualcosa per il progresso del nostro paese.