Dopo la morte non c'è nulla, diceva Seneca, ma intorno alle tombe dei trapassati eccellenti della musica italiana c'è ancora parecchio movimento.
Che rapporto hanno i vivi con i morti? Proviamo a chiedercelo ancora una volta.
A volte i vivi sperimentano il vuoto temporale, che si manifesta nel sonno, nell'estasi, negli attimi di estremo pericolo, nell'orgasmo e forse proprio nell'esperienza della morte.
Durante questi istanti l'immaginazione umana abbraccia l'intero spazio dell'esperienza e supera i confini della vita o della morte individuale.
Sfiora l'immaginazione sopspesa dei morti.
I morti vivono in un momento di costruzione senza tempo che ricomincia di continuo.
La costruzione è lo stato dell'universo in un istante qualsiasi.
Memori della vita, i morti sanno che il momento della costruzione è anche un momento di crollo.
Fino a quando il capitalismo non ha reso disumana la società, tutti i vivi attendevano l'esperienza dei morti. Era il loro futuro ultimo. da soli i vivi erano incompleti, perciò vivi e morti erano interdipendenti.
Solo l'egoismo tipico della modernità ha spazzato via questa interdipendenza, con risultati disastrosi per i vivi, che ora pensano ai morti come agli eliminati.
venerdì 6 agosto 2010
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